Il clero, il virus, Pachamama

Francesco D’Alpa Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Il 4 ottobre 2019, in occasione del Sinodo panamazzonico, papa Francesco e vari altri prelati hanno compiuto nei giardini vaticani una sorta di atto di adorazione della statua di Pachamama (la madre terra amazzonica, dea della fertilità). Due giorni dopo, l’idolo è stato collocato in San Pietro, di fronte all’altare della Confessione; poi inni e canti amazzonici hanno accompagnato una processione solenne dei padri sinodali, al termine della quale l’idolo è stato collocato nell’aula sinodale, ai piedi del banco centrale, al cospetto del papa orante. Successivamente, nell’ambito di una mostra sui popoli indigeni, la statua di Pachamama è stata esposta (per molti, “sacrilegamente”), nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, da dove alcuni integralisti cattolici l’anno in seguito trafugata e gettata nel Tevere. Ma il 25 ottobre la si è rimpiazzata con un nuovo manufatto, con le scuse del pontefice. Per ultimo, il 27 ottobre, ancora in san Pietro, Pachamama è stata portata in dono all’offertorio, sotto forma di una ciotola di terra e di una pianticella, collocate sull’altare della Confessione, accanto ai candelieri.

Come in altre occasioni, tutto ciò non ha mancato di suscitare vibrate proteste da parte del mondo cattolico più tradizionalista, gran parte del quale ha poi ipotizzato un legame con la pandemia da coronavirus, intesa come conseguente punizione divina. Come ad esempio il giornalista Marco Tosatti, che ha segnalato una “quasi coincidenza” fra questi eventi e l’apertura (17 ottobre) e chiusura (28 ottobre) dei Giochi Mondiali Militari di Wuhan, secondo alcuni all’origine della diffusione del Covid-19: un castigo “pedagogico” purificatore dietro il quale si scorgerebbe comunque il “volto misericordioso” di Dio [1].

Secondo la più genuina tradizione cristiana, è infatti ben chiara l’analogia con l’episodio del Vitello d’oro narrato nel libro dell’Esodo. Ed in tal senso, contro questi “atti sacrileghi e superstiziosi” è stato sottoscritto un documento di protesta, da parte di un centinaio di studiosi, religiosi e laici (tra i firmatari troviamo il moralista John McCarthy, il teologo Brian Harrison, lo storico Roberto De Mattei, il giurista Paolo Pasqualucci, il medievalista Claudio Pierantoni, il patrologo John Rist, il filosofo Josef Seifert, lo storico Henry Sire)  secondo i quali papa Francesco in questa ed altre occasioni si sarebbe macchiato di “gravi peccati”, facendo rischiare la “dannazione eterna” a chi lo segue.

Gli antibergogliani

Come ben sappiamo, sin dal suo insediamento non sono mancate le critiche a colui che, secondo i suoi detrattori, rifiuta con ostentazione di comportarsi da papa, di indossarne le vesti, di averne il linguaggio prudente e saggio, di adottarne i titoli; che parla in modo scandaloso della Madonna, sminuendone l’importanza; che nega dogmi e verità teologiche; affetto da protagonismo mediatico; ma soprattutto incerto e contradditorio (rispetto alla tradizione) nella sua catechesi.

E certo non sorprende che fra i maggiori accusatori della gerarchia vaticana si trovi ancora una volta monsignor Carlo Maria Viganò, che rimprovera al papato la perdita dell’integrità della Fede, della purezza della dottrina e della santità della morale, oltre ai ripetuti atti di resa al mondo, moltiplicatisi dal Vaticano II in poi.

Nulla di più scandaloso ai suoi occhi, in questo caso, di un papa che parla di “vendetta della madre terra che reclama rispetto”, senza invece chiedere perdono (anche mediante una solenne processione penitenziale) per il sacrilegio perpetrato nella Basilica di San Pietro, che andrebbe riconsacrata secondo le norme canoniche prima di celebrarvi nuovamente la messa.

Per Viganò, secondo una tradizionale visione cristiana, la pandemia da Coronavirus, come tutte le malattie e la stessa morte, è una conseguenza del Peccato Originale, e quanto essa comporta deve essere accettato anche come espiazione dei peccati personali. Ma oltre ai peccati personali occorre prendere in considerazione quelli delle nazioni (l’uccisione di bambini innocenti; il divorzio, l’aborto, l’eutanasia, il cosiddetto matrimonio omosessuale, la celebrazione della sodomia e delle peggiori perversioni, la pornografia, la corruzione dei piccoli, le speculazioni delle élites finanziare, la profanazione della domenica …) e della chiesa stessa (indefettibile come Corpo Mistico, ma peccatrice in molti dei suoi membri). Da qui le accuse al sacrilego ed apostata papa Bergoglio, adoratore della Pachamama, e quelle alla gerarchia che non ha avuto alcuno scrupolo a chiudere le chiese e ad impedire la partecipazione alle Messe (che non possono certo essere “virtualizzate”, ovvero sostituite sacralmente da quelle trasmesse in streaming o in televisione), ai matrimoni ed ai funerali (a meno che tutto ciò non costituisca anch’esso un’ulteriore punizione divina!), piegandosi all’ingerenza delle autorità civili, nonostante il Concordato tra la Chiesa Cattolica e lo Stato italiano riconosca all’Autorità ecclesiastica una esclusiva competenza sui luoghi di culto [2].

Come “potente” rimedio a questo stato di cose, Viganò ha dunque invitato i vescovi e sacerdoti di tutto il mondo a recitare, nel Sabato Santo, un “esorcismo contro Satana e gli angeli ribelli” composto da Leone XIII per “fermare l’assalto alla Chiesa delle potenze infernali”:

Exsurgat Deus et dissipentur inimici ejus: et fugiant qui oderunt eum a facie ejus” (“Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano; e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano” [Salmo 67]).

Molti altri esponenti della cristianità hanno condiviso queste prese di posizione. Secondo il Patriarcato Cattolico Bizantino, con l’arcieretico Bergoglio la Chiesa, per la prima volta nella storia, agisce solo come un’istituzione atea e sanitaria, senza contare più in Dio e sul suo aiuto, al punto che le chiese hanno chiuso anche dove non c’era coronavirus.

Secondo Mons. José Luis Azcona, Vescovo emerito dell’Amazzonia, la Madre Terra non deve essere adorata perché anche la terra è sotto il dominio di Gesù Cristo, e la Pachamama non ha nulla in comune con la Madonna.

Anche secondo il sacerdote filippino don Edgardo “Bing” Arellano, avvocato canonico, esorcista ed ex presentatore di EWTN, il coronavirus è una “punizione” per il culto di Pachamama praticato nella Chiesa Cattolica. Secondo la sua opinione “La natura si ribella all’uomo, quando l’uomo si ribella a Dio. Quello che stiamo vivendo è un castigo di Dio, originato da questa ribellione, che dura da secoli e che negli ultimi decenni ha avuto una spaventosa accelerazione, conoscendo il suo culmine con gli ultimi sette anni di guida della Chiesa da parte di Bergoglio. È del tutto inutile, di fronte all’ira e al castigo di Dio che ha scatenato con i suoi atti e con i suoi comportamenti, che Bergoglio promuova recitazioni in streaming di Rosari, celebri Messe blindate e le diffonda sempre in streaming, inviti gli uomini a confessarsi da soli, esprima vicinanza a coloro che soccorrono i morti e alle famiglie dei morti. Il mondo non si salverà da questo castigo, se non vi saranno un pubblico pentimento di Bergoglio e suoi ripetuti e sinceri atti di riparazione, inginocchiato davanti all’Altissimo” [3]. Va precisato che per gli anti-bergogliani il comportamento del papa appare ancora più grave alla luce del Documento sulla Fratellanza Umana (da lui siglato il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi con il grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib, massima autorità teologica islamica), nel quale si afferma: “il pluralismo e la diversità di religioni, colore, sesso, razza e linguaggio sono voluti da Dio nella Sua saggezza, attraverso la quale ha creato gli esseri umani. Questa saggezza divina è la fonte da cui discende il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi”. Stando a questo documento, sottolineano i critici, Dio permetterebbe l’esistenza di false religioni allo stesso modo in cui permette l’esistenza del male in generale.

L’ecoclericalismo

Per chi condivide la teoria elaborata nel 1979 da James Lovelock, la pandemia è una sorta di castigo o vendetta di Gaia (la Madre terra), intesa (sulla scia di concezioni animiste) come un vero e unico organismo vivente, costretta ad una vera e propria legittima difesa.

Su questa linea interpretativa si attesta ad esempio monsignor Antonio Napolioni, Vescovo di Cremona, anche lui colpito dal coronavirus, che la considera “una lettura che i laici e gli uomini di scienza fanno da cinquant’anni e che la Chiesa ha fatto sua. Papa Francesco ha espresso il suo pensiero in maniera organica con l’enciclica Laudato si’” [4].

Anche secondo il Cardinale austriaco Christoph Schönborn, il vero peccato è quello ecologico: “È veramente necessario volare a Londra per fare shopping? È veramente necessario fare le vacanze alle Maldive per Natale? È veramente necessario fare crociere con 4.000 persone a bordo di una nave che inquina i mari in modo drammatico? Abbiamo veramente bisogno di 200.000 aerei che ogni giorno solcano i cieli? […] Forse Dio vuole ricordarci che ci ha affidato la creazione e non ce l’ha data per devastarla” [4].

Ed il teologo brasiliano Leonardo Boff, punto di riferimento della teologia della liberazione, ha dichiarato: “Stimo che le attuali malattie come la dengue, la chikungunya, il virus della zica, le sars, l’ebola, il morbillo, l’attuale coronavirus e il degrado generalizzato delle relazioni umane, caratterizzato da una profonda disuguaglianza e ingiustizia sociale e la mancanza di minima solidarietà sono una rappresaglia di Gaia per le offese che infliggiamo continuamente”, aggiungendo: “Non è senza ragione che il virus è scoppiato dove c’è più inquinamento. Non direi che è “la vendetta di Gaia”, perché lei, in quanto Grande Madre, non si vendica, ma ci dà gravi segni di essere malata (tifoni, fusione delle calotte polari, siccità e inondazioni, ecc.). E a causa del fatto che non impariamo la lezione, ci rende una rappresaglia come le malattie menzionate. È una reazione all’azione umana violenta” [5].

Anche per il gesuita Benedict Mayaki, sostenitore della cosiddetta “ecologia integrale”, che cita la Laudato si’ (ma è anche orientato al malthusianesimo) la Terra (qui è chiaro il legame con la Pachamama) ha tutte le ragioni; il Covid-19, “virus della provvidenza” è un suo “improbabile alleato”, e l’isolamento dovuto alla pandemia comporta “benefici imprevisti per il pianeta” [6].

Ma chi non è d’accordo con queste interpretazioni le considera solo un fenomeno di regressione religiosa, di infantilismo.

La gestione dell’emergenza

Alle censure al papa si sono aggiunte quelle dirette alle gerarchie ecclesiastiche, in ordine ai provvedimenti sanitari.

Secondo Athanasius Schneider, Vescovo ausiliare di Santa Maria ad Astana (Kazakistan), intervistato a fine marzo, la decisione di chiudere le chiese è stata precipitosa ed incomprensibile: un atto da burocrati più che da pastori. Concentrato sulle misure di protezione igienica, il clero avrebbe infatti smarrito la visione soprannaturale, abbandonando il primato del bene eterno delle anime, attribuendo maggiore importanza al corpo mortale che all’anima immortale; laddove ha invece permesso che il virus velenoso degli insegnamenti e delle pratiche eretiche si diffondesse nel loro gregge. A suo parere non c’era motivo di vietare le messe nel momento in cui si permetteva l’accesso ai supermercati ed ai mezzi pubblici; sarebbe infatti bastato utilizzare le stesse misure di protezione igienica. Secondo Schneider si sarebbe dovuto imitare il presidente della Tanzania, John Magufuli, che, da buon cattolico praticante, ha invitato cristiani e musulmani a riunirsi nei luoghi di culto per cercare rifugio in Dio e la vera guarigione, e a non temere di assumere l’ostia, perché il coronavirus non può sopravvivere nel corpo eucaristico di Cristo. A suo parere il sacerdote non deve temere di disobbedire al proprio vescovo qualora gli venga prescritto di non celebrare la messa in pubblico, perché deve seguire le leggi divine e non quelle umane, e dunque comportarsi come tutti i sacerdoti confessori e martiri al tempo delle persecuzioni; e può liberamente visitare gli ammalati e i moribondi, come fece San Carlo Borromeo, ribellandosi ad un vero e proprio abuso di potere.

Anche secondo Schneider il coronavirus può essere un intervento divino per castigare e purificare il mondo peccaminoso e la Chiesa, specie dopo l’abominio della venerazione della Pachamama, e dopo l’implicita approvazione (nel corso del Sinodo panamazzonico) delle relazioni sessuali al di fuori di un valido matrimonio (che ha permesso ai divorziati e risposati, sessualmente attivi, di ricevere la Comunione).

Schneider non manca di paragonare la situazione attuale al divieto di celebrare messe durante la cattività babilonese e per tre secoli nel mondo romano, con l’aggravante che oggi la responsabilità è dello stesso clero cristiano, e che il castigo non viene considerato una “grazia”, così come avveniva in Israele. La fuga in un deserto spirituale, cui si assiste oggi, sembra uno dei segni che accompagnano la venuta dell’Anticristo. Ma la sua riflessione va oltre, e prende in considerazione il senso della Comunione sacramentale, già profondamente snaturato alla fine degli anni Sessanta con le dissacranti riforme del rito della messa. E come rimedio a questo stato di cose, propone, finita l’emergenza pandemica, atti di riparazione per i peccati contro la Santa Eucaristia e la sacrilega venerazione delle statue della Pachamama, oltre all’emanazione di norme liturgiche correttive di quelle attuali [7].

Un castigo di Dio?

L’emergenza pandemica ha riportato in primo piano, fra i credenti, la tematica del male e dei castighi divini, sulla quale si sono pronunciati in particolare gli esorcisti. Il Covid-19 è un castigo di Dio? Per i cattolici non è facile rispondere ad una domanda, che ritengono complessa, se non con una scontata formula: Dio non vuole il male, ma lo permette per convertirci a Lui: “Un cristiano sa che attribuire ad una punizione divina la diffusione del coronavirus fa male alla fede perché la declassa a una pratica superstiziosa con un dio più simile alle capricciose divinità pagane che al Dio dei cristiani” [8].

Tanto per citare un caso, Gianni Sini, esorcista di Olbia, non crede ad una punizione divina, ma per lui è palese lo “zampino del diavolo”: “Di sicuro, il maligno ora gioisce, sta godendo, sta esultando per questa emergenza del coronavirus che ha portato a chiudere le chiese, a non celebrare più con i fedeli le messe e i sacramenti, a disciplinare persino i funerali e gli ingressi nei cimiteri. […] Non conosciamo ancora, forse, l’origine di questo virus; ma se un domani dovesse venir fuori che è nato da una collaborazione umana o da un progetto perverso che qualcuno aveva, allora sarebbe davvero molto grave e si potrebbe chiamare in causa anche il diavolo” [9].

Dopo aver dato la comunione anche a chi era in stato di peccato, ed avere adoperato le chiese per gli usi più disparati (catering, mostre, spettacoli, dormitori, mense) non appare per nulla strano a costoro che la punizione divina consista proprio nel divieto di celebrare messe e di distribuire la comunione: si è venduta la Chiesa cinese al regime, e non a caso proprio dalla Cina è arrivato il virus.

Ma altri la pensano diversamente su Bergoglio, che ponendo al centro della sua battaglia per l’Amazzonia la questione ambientale e la vita delle persone, avrebbe piuttosto agito quale fedele testimone dei Vangeli, ponendosi dalla parte degli ultimi della terra e riconoscendo le loro tradizioni ed i loro valori.

Note

[1] https://www.marcotosatti.com/2020/05/17/covid-19-punizione-o-avvertimento-e-per-quale-colpa-1/

[2] https://www.corrispondenzaromana.it/il-coronavirus-e-la-mano-di-dio-intervista-allarcivescovo-carlo-maria-vigano/

[3] https://www.maurizioblondet.it/bergoglio-deve-pentirsi-pubblicamente-e-compiere-ripetuti-atti-di-riparazione/

[4] https://www.ricognizioni.it/da-dio-padre-alla-terra-madre-itinerari-spirituali-dellecoclericalismo/

[5] Franca Giansoldati: Coronavirus, avanzano le teorie più strampalate: dal demonio alla vendetta della Madre Terra. https://www.ilmessaggero.it/vaticano/coronavirus_demonio_pachamama_boff_madre_terra_vaticano_chiesa_papa_francesco-5121111.html

[6]  https://gloria.tv/post/mNK4261c2hkw3mifAw2VXRHyg

[7] https://www.corrispondenzaromana.it/notizie-dalla-rete/intervista-al-vescovo-athanasius-schneider-la-pandemia-da-coronavirus-e-la-chiesa/

[8] Mauro Leonardi: Coronavirus e castighi divini. Quando la religione diventa superstizione. https://www.agi.it/blog-italia/idee/post/2020-02-17/coronavirus-castigo-di-dio-7105948/

[9] https://www.ilmessaggero.it/vaticano/coronavirus_demonio_pachamama_boff_madre_terra_vaticano_chiesa_papa_francesco-5121111.html